INTERVISTE ESCLUSIVE NAPOLI CULTURAL CLASSIC : ALFRED MIRASHI , IN ARTE MILOT

DI CHI PARLIAMO

 

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Il  pittore Alfred Mirashi in arte Milot:

Premio alle Eccellenze Napoli Cultural Classic 2011 Sei un Artista ormai affermato, ma com’è nata in te la passione per l’Arte e in particolare per la pittura? quando ne hai preso pienamente coscienza?

Ero piccolo e ricordo che veniva il nonno materno, un bell’ uomo con i baffi , e una sera gli ho detto : -Stai fermo che ti devo fare un ritratto-. Era il primo mio disegno dal vivo, gli somigliava tanto , e d’allora non ho smesso più di disegnare e fare ritratti. Un bel ricordo!

Quando e perché hai lasciato l’Albania e cosa hai trovato ad attenderti in Italia?

Avevo finito il liceo artistico di Durazzo, ma, dato che appartenevo a una famiglia di “kulag” proprietari di terreni , non avevo diritto ad accedere all’università. La fortuna mi ha aiutato: sono venuto in Italia con l’ esodo del marzo 1991, insieme a tanti Albanesi che cercavano la fortuna in Italia. Dopo il 1991 inizia una nuova avventura per me .

Napoli, Firenze e poi Milano: cosa hanno rappresentato queste tappe per la tua formazione artistica?

Tanto! A Napoli, all’ inizio, mi hanno ospitato in un modo incredibile , e oggi ho ancora tanti amici . Firenze è una città magica, non le manca niente : musei dappertutto , di qualsiasi genere , arte, scienza, biblioteche, sculture ovunque. A Milano ho frequentato l’Accademia di Brera , corso di pittura . Era per me il sogno più grande frequentare l’Università e ci sono riuscito, con tanti sacrifici , perché a Brera c’erano i migliori professori di pittura d’Italia , anche per la storia dell’Arte, grandi critici d’arte. Un ambiente artistico unico al mondo, che consiglio a tutti coloro che hanno la possibilità di studiare in questa accademia d’arte.

All’Accademia di Brera, conosci i Maestri Alberto Ghinzani, Mino Ceretti e Francesco Poli, rispettivamente scultore, pittore e critico d’arte; quale incidenza hanno avuto sulla tua crescita artistica?

Ho dei bei ricordi di Brera : il prof. Mino Ceretti era fantastico , ti stava vicino e ti spiegava tutto grazie alla sua esperienza artistica , aiutava tutti gli studenti a imparare bene a disegnare e dipingere. Prof. Alberto Ghinzani , un grande scultore , era il mio prof. di anatomia artistica . Aiutava tutti gli studenti bravi a fare le mostre nelle gallerie milanesi ,così gli studenti cominciavano a lavorare con le gallerie . Un uomo molto generoso e di grande valore artistico. Invece del prof. Francesco Poli ricordo molto bene le lezioni di storia d’arte moderna, nell’ Aula Magna a Brera. Era seguito da più di 500 studenti provenienti da tutto il mondo , perché a Brera venivano studenti dagli USA, da tutta Europa , dall’Asia : un grande ambiente. Il prof . Poli ha presenziato diverse mostre mie personali e gli sono rimasto da sempre amico ; lo chiamo sempre per parlargli delle mie idee artistiche. A Brera ho tanti amici professori con cui sono rimasto in contatto e mi chiamano per le diverse mostre che organizzano.

Risale al 1996 la tua prima mostra personale, Everyday portraits, a Master Class di Milano. Ti rendesti conto subito che sarebbe stata solo la prima di una lunghissima serie e quali speranze nutrivi in quell’ occasione?

Ero al 3° anno di Brera e ho fatto la mia prima mostra personale di ritratti; un’ esperienza unica! Venivano tutti i miei amici a guardare i miei disegni e così ho cominciato a esporre mostre una dietro l’altra in diverse città italiane.

Hai avuto incontri fortunati che ti hanno aiutato lungo il percorso? Sei incappato in ostacoli ?

-La fortuna fa parte della vita di ognuno di noi, ma io penso che bisogna cercarla … e di sicuro un giorno arriva per tutti. Mi sento molto fortunato, da un lato, ma non è stato facile arrivare fin qua . Gli ostacoli non ci devono fermare mai , perché fanno parte della nostra vita quotidiana.

Il “primo” primo premio di pittura al Salon 1° al Museo della Permanente di Milano.

Questo è il premio che ho vinto durante l’ ultimo anno all’Accademia di Brera. Gli studenti partecipanti al premio erano più di 4 mila , segnalati solo 130 e io ho vinto il primo premio di pittura. In quel momento ero così contento che ho dimenticato tutti i momenti difficili attraversati per finire gli studi a Milano e pensai che da quel momento non mi avrebbe fermato più nessuno …

Qual è il significato di “Milot”, il tuo nome d’arte.

Io sono nato a Milot , una piccola città a nord dell’Albania ; lo porto sempre con me e mi presento sempre con questo nome in qualsiasi posto del mondo . Mi ha portato molto fortuna e sono fiero di portare sempre il nome della città della mia infanzia .

Tra le tante collettive a cui hai partecipato, di quali porti i migliori ricordi ?

A Siracusa, al Museo Bellomo, alla mostra “Neoiconoduli” organizzata da Carmelo Strano , con gli artisti come Anish Kapor, Vanessa Beecroft e tanti altri ; a Brindisi, con il prof. Massimo Guastella “Artisti del 21 secolo”; e adesso, l’ ultima a Beijing , in Cina, al museo Water Cube, a cura di Vincenzo Sanfo, dove ho vinto anche il premio della seconda edizione per la pittura.

A Napoli, nel 2003, hai presentato la mostra “Le veneri di Milot” al Maschio Angioino. Sei stato definito un simbolo del nomadismo contemporaneo perché nella tua pittura si trovano le tracce, i frammenti, di tutte le sue esperienze conoscitive: ti ritrovi in questa definizione?

Vivere nel Mediterraneo è una sorta di grande fortuna sia per me che per tanti artisti di questa generazione , perché le nostre città raccontano dappertutto incontri di diverse culture, di arte di qualsiasi forma e di un’ armonia unica al mondo , così ci viene quasi offerto il senso di creare qualcosa ; la nostra cultura è unica al mondo e a me piace molto il senso di nomadismo contemporaneo …

Nell’ aprile 2012, a Firenze, la Corte Arte Contemporanea ha aperto le porte alla “chiave” di Alfred Mirashi Milot con l’inaugurazione della tua mostra “Passepartout”: ci chiarisci il significato simbolico che attribuisci alla “chiave” nelle tue opere?

La mostra personale alla galleria , la Corte a Firenze , con la scultura “passepartout” vuol significare che il mondo di oggi non ha più bisogno di barriere o di pregiudizi nella comunicazione; le porte devono essere aperte a tutti e a tutte le culture, così siamo più forti e più ricchi in qualsiasi cosa e possiamo cercare di preparare un futuro fantastico per tutti; il mondo ha bisogno più che mai di un dialogo comunicativo in modo pacifico.

Sempre nello scorso anno il tuo impegno è stato premiato , a Londra, con la medaglia d’oro e sei stato definito “l’unico Albanese” che ha potuto regalare all’Albania ciò che i suoi compaesani non avevano potuto ricevere nello sport, nelle gare olimpiche a Londra 2012. Ti sei effettivamente sentito investito in questi termini?

La medaglia d’oro a Londra 2012 , al museo Barbican Centre, la medaglia per il mio popolo albanese , per la mia città, ha rappresentato un’enorme energia che ti entra nel corpo e davvero credi nella tua creatività artistic; le infinite energie che ci mettiamo ogni giorno , per vivere e sopravvivere in questo mondo di oggi. Questa medaglia lo dedico alla mia famiglia che mi ha cresciuto con tanti sacrifici e mi ha educato con dei sani principi per confrontarmi con la vita .

Con quale spirito hai partecipato alla mostra IO KLIMT, a Gubbio, al Palazzo dei Consoli? quale opera hai presentato?

Una mostra fantastica organizzato da prof. Francesco Gallo in un museo bellissimo : le opere di oltre 55 artisti provenienti da tutta Europa. Io ho partecipato insieme al mio amico poeta albanese Ilir Paja , che ha scritto una poesia appositamente per la mia opera esposta per questo evento. Klimt è un artista che mi piace molto e io lo definisco un artista della pace perché egli dipingeva sempre quadri in cui esprimere solo amore . Anche la mia opera ha un grande significato di pace perché dipingo le chiavi di apertura di qualsiasi cultura: bisogna vivere e comunicare l’uno con l’altro, senza pregiudizi, solo così avremo il nostro futuro.

Ti è stato attribuito il Premio Napoli Cultural Classic per il tuo valore artistico: che ricordo porti di quell’evento e cosa pensi dell’Associazione con cui sei venuto in contatto?

Grande evento , ricordo bene , quanti artisti e giornalisti erano presenti in quella serata a Nola . Vincere il premio nella città di Giordano Bruno per me era un sogno . Di sicuro questi premi di danno una grande carica per il futuro . A Nola ho conosciuto anche il critico Vittorio Sgarbi, tra i vincitori di quella sera. Penso che questi eventi siano unici : si riuniscono personalità di qualsiasi professione, insieme in una serata indimenticabile.

E ora, cosa hai in programma?

Ho tante cose da fare : sono invitato alla biennale di scultura , che si terrà in Cina, e farò la mostra personale alla galleria “Tornabuoni “ a Firenze . Importante è lavorare tutti giorni, nell’attesa che arrivi il giorno in cui si realizzi ciò in cui uno crede .

a cura di Anna Bruno

Fonte: Napoli Cultural Classic


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